Associazione Nazionale Medici di Medicina Fiscale

Il contributo dell’ANMEFI nell’indagine conoscitiva della XII Commissione

 (dal documento della XII Commissione Affari sociali: Indagine conoscitiva sull’organizzazione dell’attività dei medici che svolgono gli accertamenti sanitari per verificare lo stato di salute del dipendente assente per malattia). PROPOSTA DI DOCUMENTO CONCLUSIVO

 

L’ANMEFI, che rappresenta 360 medici che svolgono le visite fiscali sul territorio, ha lamentato la consistente decurtazione delle entrate economiche a partire dal maggio 2013, mese a partire dal quale l’INPS ha sospeso le visite fiscali disposte d’ufficio, per motivi di contenimento della spesa (spending review). Ha, inoltre, chiarito il tipo di rapporto di lavoro che intrattengono con l’INPS, ossia un rapporto di lavoro di tipo libero-professionale ma con una rigidità in termini di orari e di giornate di disponibilità nei giorni festivi e prefestivi che peraltro incide negativamente sulla possibilità di svolgere altre attività lavorative.

L’associazione ha inoltre evidenziato, da un lato, che fino al marzo 2013 la spesa per le visite fiscali era considerata spesa obbligatoria e quindi da non sottoporre a spending review, e dall’altro, che l’INPS ha contemporaneamente provveduto all’inserimento di 998 medici fiscali nelle Commissioni di invalidità civile, reperendo invece le necessarie disponibilità finanziarie per coprire i relativi costi.

L’associazione ha inoltre paventato come il venire meno delle visite di controllo disposte d’ufficio possa avere riflessi negativi sui livelli di assenteismo per malattia e riscontrato peraltro che le pochissime visite disposte dall’INPS, utilizzando il sistema autoapprendente del data mining, sono in numero assolutamente incongruo e distribuite, peraltro, sul territorio nazionale con disparità enormi: ci sono sedi con un alto tasso di visite e sedi in cui, invece, sei o sette medici si dividono sette visite.

L’ANMEFI ha quindi sottolineato la difficoltà riscontrata nell’acquisire i dati sull’affluenza dei certificati della spesa, ad eccezione di quelli forniti dalla regione Calabria, valutando i quali l’Associazione ha appreso che c’è stato un incremento di spesa per indennità di malattia del 5 per cento.

Poiché poi l’INPS può recuperare i soldi per i pagamenti delle visite fiscali dai datori di lavoro che le richiedono e può recuperare denaro applicando le sanzioni previste per gli assenti a visita domiciliare senza giustificazione, l’Associazione ritiene di non rappresentare un costo insostenibile per l’INPS, nei confronti del quale ha intrapreso azioni legali.

E’ stato fatto presente anche che solo successivamente all’anno 2000 sono stati resi meno stringenti i vincoli di incompatibilità, che peraltro non si applicano in modo omogeneo sul territorio nazionale, in quanto le varie direzioni regionali assumono comportamenti difformi in merito al rispetto delle incompatibilità.

In conclusione, l’ANEMFI riterrebbe quanto mai opportuna una stabilizzazione della posizione dei medici fiscali presso l’INPS.

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